Miniere dell’allume

Miniere dell’allume

Percorso in gran parte pedonale che parte dal punto di sosta in località Sant’Antonio (dove è possibile parcheggiare macchine e pulman) e si inoltra nel suggestivo bosco di faggi. Qui attraverso una rilassante passeggiata nel bosco sono visibili le antiche miniere di alunite che rappresentano un repertorio completo delle varie tecniche estrattive e della loro storia. Nel 1815, dopo secoli di straordinaria produttività, tutto il complesso minerario era in crisi e deficitario. Per recuperare in competitività venne abolito il sistema di scavo a cielo aperto ritenuto ormai troppo dispendioso (inutili movimenti di terra e impiego di troppi operai e animali da tiro) e venne deciso di utilizzare un nuovo metodo: lo scavo in galleria.

Questo avrebbe permesso un migliore sfruttamento dei filoni, per via del poco materiale di scarto raccolto. Altro vantaggio offerto da questa tecnica, è che l’estrazione sarebbe stata continua, non essendo condizionata da condizioni meteorologiche avverse.

Lungo il percorso è possibile cogliere l’evoluzione di queste tecniche di estrazione, quella dello scavo a cielo aperto, praticata per quasi tre secoli, che ha alterato la fisionomia del paesaggio per via delle enormi spaccature e crateri praticati dall’uomo sul territorio per estrarre il minerale e rilevare le tracce di pozzi,condotti di aereazione, perforazioni e cunicoli, tipici dello scavo in galleria.

Un ulteriore percorso si dirama verso nord lungo la Via delle Cave su cui si affacciano la Cavetta e la Cava Grande. Alla fine, lasciando la macchia, si possono visitare alcuni forni del XVII secolo che servivano per portare avanti i processi di calcinazione della pietra alluminosa.